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Il secondo appuntamento con Suona Francese, improntato su un gemellaggio tra il Conservatorio di Milano e quello di Parigi, non ha soddisfatto appieno, a causa del piglio forse troppo auto celebrativo e manieristico di parte della serata.

L’apertura con il brano di Maurizio Azzan non ha brillato di luce propria, eccedendo nell’allusione a una remota memoria musicale, già ben nota al Debussy de la Cathedrale engloutie, che ha trasformato “Città della memoria” in un’esecuzione puramente formale.

“Iroha” di Denis Ramos ha portato il pubblico in luoghi lontani caratterizzati da timbriche orientali, a cui si sono sommate l’esperienza seriale e post-seriale di Messiaen e dei suoi allievi: nonostante ciò, questa stratificazione di influenze non ha conferito personalità al brano, che si è presentato, in ultima analisi, piuttosto anonimo.

Ben diversa, invece, la caratura dei brani di Gervasoni, Boulez e Donatoni: diverse esperienze musicali ma stessa oggettività di riferimento – musica microtonale allo spasmo, dove il tono o grado zero della musica viene diviso e scomposto fino alle sue atomiche unità – come hanno saputo mostrare nei loro rispettivi brani d’esecuzione. Boulez e Donatoni, inoltre, sembrano divertirsi (e quindi divertire) omaggiandosi a vicenda, facendosi l’eco di richiamo.

Curioso, infine, il brano di Betsy Jolas, dove il vibrafono prende corpo con il pianoforte in una gara tecnica e timbrica tra le possibilità dei due strumenti.

Programma:

Maurizio Azzan
Città della memoria(2012) per ensemble

Denis Ramos
Iroha (2012-2013) per ensemble

Stefano Gervasoni
Due voci (1991) per flauto e violino

Betsy Jolas
Music for Joan (1988) per vibrafono e pianoforte

Pierre Boulez
Dérive I(1984) per ensemble

Franco Donatoni
Arpège (1986) per ensemble

Esecutori:

Ensemble PARIGI-MILANO

Francesco Tomezzoli, flauto e ottavino
Paolo Casiraghi, clarinetto e clarinetto basso
Antoine Alerini, pianoforte
Rémi Duru, percussioni
Aldo Cicchini, violino
Marie Ythier, violoncello
Mauro Bonifacio, direttore