Iniziamo con il fare spoiler. Fidelio è Leonora e Leonora è Fidelio.
Florestan è imprigionato ingiustamente da Don Pizarro, Leonora si traveste da Fidelio e, per entrare nel carcere, si fa ben volere dal carceriere Rocco, la cui figlia Marzelline si invaghisce di lui (di lei). Alla notizia dell’arrivo del Ministro Don Fernando, Don Pizarro dà ordine di ucciderlo, ma Rocco si rifiuta e…
Quattro ouverture, tre versioni: Fidelio è una delle opere più tormentate di Beethoven e una delle composizioni più alte che orecchio abbia mai udito. Una trama, se si vuole, banale e confusa (non aiutata neanche dalla sua terza revisione) che ruota attorno alla deificazione dei valori più alti del genere umano quali fedeltà, libertà, amore e abnegazione. Gli ideali postrivoluzionari incontrano gli umori del romanticismo e ci si innalza verso il cielo rotolandosi nelle passioni attraverso la catalisi e la catarsi operata dalla mente.
La musica di Beethoven è tutto questo. Non nella trama, non nel testo, solo nelle note: l’uomo, il suo tormento, la sua estasi. Il saluto più prezioso di Daniel Baremboim al Teatro alla Scala.
In scena fino al 23 dicembre
Direzione:
Direttore
Daniel Barenboim
Regia
Deborah Warner
Scene e costumi
Chloe Obolensky
Luci
Jean Kalman
Cast:
Don Fernando
Peter Mattei
Don Pizarro
Falk Struckmann
Florestan
Klaus Florian Vogt
Leonore
Anja Kampe
Rocco
Kwangchul Youn
Marzelline
Mojca Erdmann
Jaquino
Florian Hoffmann
Erster Gefangener
Oreste Cosimo
Zweiter Gefangener
Devis Longo