Daniel Harding è così. Prima di entrare all’Auditorium Manzoni di Bologna, ancora lo immagini come il giovanissimo talento british tutto energia, idee audaci e un pizzico di esteriorità.
Poi quel venerdì sera lo vedi salire sul podio per il Bologna Festival, ti accorgi che ha quasi quarant’anni e che di acqua sotto i ponti ne è passata. Nell’attacco del “Concerto per violino e orchestra” di Brahms noti che il suo gesto s’è affinato, distillato. La solista è Vilde Frang: suono non enorme, con qualche angolosità molto espressiva, incline più a suoni aerei che alla cavata corposa. Attorno a lei la Swedish Radio Symphony Orchestra suona brillante nei grandi pieni orchestrali, gioca la carta di legni morbidissimi nell’incipit dell’Adagio centrale e la asseconda in un terzo movimento non torrenziale, spigoloso, qua e là rabbiosetto.
Bis norvegese della Frang (“Veslefrikk” di Bjarne Brustad per violino solo) e arriva la “Sinfonia fantastica” di Berlioz. Quello che già intuivi ora è chiarissimo: hai di fronte una grandissima orchestra. Il brano è quello giusto e Harding lo sa, perché la “Fantastica” è un banco di prova per strumentisti e direttori. Più che il programma extratestuale, vuole evocare la grande fucina di timbri suggerita dalla partitura. Ecco allora nella “Scène aux Champs” un tremolo impressionistico delle viole, nella “Marche au supplice” certi pedali della tuba che sembrano usciti dalla “Sagra della primavera”, un attacco epidermico degli archi nel Sabba finale, il suono rauco dell’oficleide che intona il tema del “Dies Irae”.
L’orchestra danza nel secondo movimento, eppure mai perde in intonazione, escursione dinamica, qualità del suono. Sbuca qualche vecchio guizzo: Daniel ancheggia, si china sui violini secondi, scava con la bacchetta nella sezione degli ottoni. Alla fine del concerto realizzi che per tutta la sinfonia raramente si è girato verso i violini primi, perché sapeva di avere una spalla di sezione solidissima. La grandezza di un direttore starà nel dare l’impulso giusto al momento giusto. Ma anche nel dare fiducia, nel far suonare.
Programma:
Johannes Brahms
Concerto in re maggiore op.77
Hector Berlioz
Sinfonia fantastica op.14
Esecutori:
Swedish Radio Symphony Orchestra
Daniel Harding
direttore
Vilde Frang
violino